Un paio di giorni fa vi avevo fatto i nomi dei candidati più discussi al
Premio Nobel per la Letteratura. In questi giorni si parlava tanto spesso di
Haruki Murakami come il favorito numero uno. Negli articoli sul web lo si incoronava come rappresentante della cultura pop nel caso il premio fosse stato attribuito allo scrittore nipponico. Ed invece il premio è andato al numero due. Il "secondo favorito",
Mo Yan.
Lo pseudonimo scelto da Guan Moye non è stato casuale. Difatti il significato di questo suo falso nome è «Non parlare»: un probabile riferimento alla propria riservatezza come persona - che non ha rilasciato alcuna opinione in merito alla sua candidatura al Nobel - e alle sue idee sottilmente velate ma palesi all'interno delle sue opere. Lo scrittore 57enne della Cina non manca di insinuare critiche al sistema politico della propria nazione.
Personalmente, ammetto di aver fatto il tifo per
Murakami fino alla fine. E' uno scrittore geniale! Come ogni genio che si rispetti ha uno stile interessante con cui sa gestire una certa atmosfera. I contenuti sono sfacciati, spesso umoristici e deprimenti. Si alternano queste fasi nei suoi racconti calati all'interno di un contesto culturale che non l'autore non vuole ignorare, e che quindi fa riferimento. E' probabilmente un pazzoide visto che al suo interno ha così tanto da esprimere e non può esser riconducibile ad una sola tendenza, una sola atmosfera. Lui stesso si definisce strano. Nella vita è razionale ma nelle opere è strano.
Ci tenevo a fare questa breve parentesi sul mio favorito. Ma ora torniamo al real vincitore, di cui spero un giorno d'avere il tempo di informarmi a dovere.
Se ancora questo volto e questo nome non vi dicono nulla, sappiate che Mo Yan è l'autore di
Sorgo Rosso, un'opera che ha curato anche nella sceneggiatura cinematografica, che gli è valso l'
Orso d'Oro al
Festival di Berlino del 1988.