martedì 12 giugno 2012

La sirenetta, l'originale.


I vostri genitori vi hanno mai letto le fiabe prima di addormentarvi?

I miei sì. Tra i vari volumi in libreria -oltre alle favole Disney ricche di illustrazioni - il più sfogliato è stato senz'altro la raccolta delle Fiabe di Andersen.
Costa blu intarsiata in oro e 130 e più racconti al suo interno. Hans Christian Andersen è l'autore delle fiabe originali che hanno ispirato numerosi lungometraggi, serie televisive, prequel, sequel e remake in tutto il mondo. Per lo più, le sue fiabe vengono conosciute per la versione disneyana, in cui la storia ci perviene in vesti abbastanza addolcite. Ma lo stile originale si distingue di ben altri toni.
La classica morale delle fiabe per bambini, in Andersen è un tantino meno scontata o intuitiva. E' percettibile immediatamente, ma nasconde alle spalle una riflessione ben più profonda di quel che si può immaginare... Insomma, ad un occhio maturo non sfuggono certo i toni cupi della narrazione, e tanto meno sfuggono i significati dietro alle dure parole e alle scelte difficili con cui sorgono le difficoltà dei protagonisti.

Ultimamente, ho avuto occasione di incuriosirmi ad una delle storie più note: La Sirenetta. Conoscevo a grandi linee la versione originale, caratterizzata da un finale drammatico rispetto a quello della famosa piccola Ariel. Ma non ricordavo le frasi che mi leggeva mio padre e nemmeno le circostanze descritte nei minimi particolari. Così, il giorno scorso ho deciso di reimmergermi tra le sue pagine. Vi propongo qui alcune espressioni che mi sono rimaste impresse:
...sembrava che avesse voglia di piangere, ma le sirene non hanno lacrime, perciò soffrono molto di più.

- So perché sei qui! - disse la strega del mare, - Ma è insensato da parte tua! Tuttavia mi piegherò al tuo desiderio poiché ciò ti porterà sventura, o mia principessa stupenda!

L'ineluttabile desiderio della Sirenetta va arditamente oltre le parole sincere della strega. E le lacrime acquisiscono il valore dell'immortalità dell'anima, un dono esclusivamente umano.
Sono tanti gli spunti di riflessioni che ho scorto in questa lettura di poco più di una ventina di pagine. Ve la consiglio, e in guardia lettori: essa non ha tempo ne età! Quindi non siate superficiali e dategli una possibilità prima d'esser superficiali.

Proseguirò ancora con questo tipo di letture che spero di proporvi a breve. Intanto, gongolo sulla mia perfetta edizione inglese di Alice's Adventures in Wonderland & Through the Looking-Glass.

3 commenti:

  1. credo che se le fiabe fossero raccontate come sono realmente, senza i finali disneyani, i bambini sarebbero molto più preparati ad affrontare la vita. Non credo di esagerare, ma spesso 'lo zucchero' danneggia, perché fa credere che il mondo sia diverso.

    Premetto che io adoro i film di animazione, soprattutto disney (sono stati la mia infanzia praticamente) ma mi rendo conto che travisano molto la storia originale per dare un finale dolce 'da favola' quando invece le favole sono quasi sempre malinconiche e tristi.

    <3

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  2. Le favole Disney servono a dar speranza e ad incoraggiare il candore dei bimbi :)
    L'unica cosa di cui bisogna rendersi conto è che, crescendo, si pensa di cestinare anche la storia originale con l'idea che essa sia superficiale e infantile. E invece così non è.
    Me ne rendo conto maggiormente con Alice *__*

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  3. sì è pure vero xD la disney da sognare davvero!! è sempre utile e stupendo! ^-^

    le favole saranno sempre sottovalutate purtroppo, perché 'per bambini' quando invece non si capisce che proprio i bambini sono più avanti di tutti gli adulti che li circondano perché vedono con occhi diversi
    mai sottovalutare nulla!!


    qui c'è un giochino per i blog, se vuoi partecipa mi farebbe piacere,
    http://lillyaylmersblog.blogspot.it/2012/06/blog-meme.html

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