giovedì 7 giugno 2012

Prime impressioni: La luce sugli oceani.

Esiste una rivista, Il Librario - in omaggio in tutte le migliori librerie, e offerta anche in abbonamento - che ti informa sulle novità editoriali italiane di tutte le case editrici aderenti all'iniziativa. Offre articoli, informazioni sull'opera e sull'autore, e nella sua uscita ti consente di leggere un paio di estratti dei romanzi che vanno per la maggiore.
E' così, dunque, che sono incappata ne La luce sugli oceani di M.L. Stedman.

Presentato come un successo editoriale, conteso internazionalmente prima ancora d'esser pubblicato, in Italia vede il suo debutto con la Garzanti nel Maggio 2012. Sembra sia stato il caso de La Fiera del Libro di Francoforte (vi ricordo che è la più nota), e in effetti già dalle tre righe che si stagliano in basso a destra della copertina, sembra attirare la curiosità del lettore.
Sono la figlia che hai sempre voluto.
Adesso tu sei mia madre.
E nessuno lo verrà a sapere.

Ed è appunto una bimba colei che smuove e su di cui ruota l'intera storia. Una bimba in copertina, raffigurata con colori opachi, con un faro alle sue spalle. Come le nuvole nel cielo dietro stante alla bimba, così la storia sin dalla sua trama, si presenta turbinosa e agitata, proprio come il tema trattato. Si parla del ritrovamento di una bambina, rinvenuta con un uomo morto. La piccola è come una benedizione per la famiglia del guardiano del faro. Infatti, la moglie del guardiano ha subito una profonda perdita, e sara proprio lei a suggerire al marito di non denunciare l'accaduto, e di fare di quella piccola sopravvissuta, un rimpiazzo. Fin qui la storia potrebbe andar bene, cioè, quale sarebbe l'ostacolo a parte la perversità di questa aspirante madre che sin dall'inizio agguanta la bimba e la allatta al seno?
Tutto potrebbe andare liscio se non fosse che una vera madre c'è. E aspetta notizie di quella bimba ormai perduta in mare col marito...
Abbiamo dunque un intreccio intrigante, ma non posso dire altrettanto per quanto riguarda lo stile descrittivo dell'opera. Non mi è parso propriamente scorrevole. Se non fosse per la storia trattata - che ha indubbiamente un fascino drammatico e morboso - le parole usate dalla Stedman le ho trovate al quanto stoppose. Il romanzo è scritto in maniera abbastanza semplice, ma il modo in cui viene presentata la storia, i toni, l'impostazione, gli elementi su cui ci si è voluti soffermare, be non mi hanno convinta.
Come se non bastasse, sin dalla prima dozzina di pagine noti qualcosa di malsano nella donna protagonista, Isabel (la moglie del Guardiano, Tom). Qualcosa di così costretto, innaturale, strano. Mette subito le distanze tra il lettore e il testo. Per quanto possa esser sofferente un aborto e la ricerca di una maternità mentre si è sacrificati su di un isolotto alienato dal resto della società, il comportamento di Izzy (Isabel) è incredibilmente artefatto. Nel giro di poche ore allatta la bimba, e - come si fa con un animale domestico appena adottato - le da un nome. Non ha avuto nemmeno il tempo di raccogliere la bimba trovata in una barca arenata su uno scoglio, che già la soffoca e si sente sua madre in piena legittimità. Il più coerente marito della donna sembra percepire in maniera sconcertata - e con lui, anche noi - questi gesti prematuri. Cerca con indulgenza di non ferire la moglie, che ha già subito una recente perdita, e si imbeve semplicisticamente delle scuse create da lei. Ma tutto questo è troppo. Isabel crede che una bambina di qualche mese abbia la cognizione di cercare il suo seno materno... è solo per questo che lei glielo ha offerto! Assurdo. Non contenta, asserisce con sicurezza che la madre della piccola debba essere annegata, perché una madre non abbandonerebbe mai la sua piccola... la piccola che è giunta a lei come un messaggio della divina provvidenza. Ancora più assurdo.
Insomma, questo romanzo fa molto parlare di sé. Ha il giusto merito in ciò, e l'idea base è indubbiamente interessante. La copertina scelta la definirei giusta: coglie lo sguardo e da un'idea delle ombre che attorniano questa piccola vita, battezzata come Lucy. L'unico dubbio è sul modo in cui è stata trattata la storia. Leggendolo mi sono sentita staccata da questo titolo, e spero che ultimando la sua lettura il mio parere possa cambiare. Certo è, che il personaggio di Isabel è costruito - che sia voluto o meno - in maniera ben poco simpatica (per dirla tutta, mi ha fatto storcere il naso sin dall'inizio).

Concludo così, il parere su di un nuovo titolo in uscita. Spero di tenervi aggiornati sulle altre molte novità, così da proporvi un minimo abbozzo su di esse; per darvi un parere generale ma anche molto personale. ;)
Prossimamente, Il giardino degli incontri segreti di Lucinda Riley.

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